Con la mappa che avevamo trovato il giorno prima al Palazzo Reale di Stockholm (mica al Tourist Office come tutti!), vediamo che non molto lontano da Spånga ci sono dei Giardini Botanici con serre in cui si allevano farfalle. Il posto si chiama Haga Parkmuseum, gli edifici e le serre risalgono al 18° secolo ed i suoi parchi sono un fine esempio di giardino all’inglese in Svezia, con olmi e cedri secolari. Le serre sono a temperatura tropicale, con spruzzi di acqua calda nebulizzata che ci arrivano addosso, piante e farfalle meravigliose, grosse carpe ed enormi pesci gatto nelle grandi vasche, insomma una bella sudata, ma ne valeva la pena.
Usciamo fuori nel sole e nell’aria fredda e dopo il pranzo consumato nel parcheggio
di Haga, andiamo a vedere gli altri musei in centro città. Iniziamo con il
Biologiska Museum alloggiato in un rifacimento ottocentesco di un edificio
o chiesa vichinga di legno scuro, con all’interno uno spettacolare ed enorme
diorama del famoso (?) pittore naturalistico Bruno Liljefors, illuminato dalla
luce naturale che entra dal tetto.
C’è tutta la fauna nordica rappresentata da animali impagliati o dipinti sullo
sfondo circolare, che si può ammirare prima dal basso e poi, salendo una bellissima
scala a chiocciola, dall’alto, vedendo le aquile sugli alberi e notando anche
in un angolino vicino ad una porticina, un piattino con del pane e della frutta,
non poteva essere altro che cibo che qualche affettuoso custode metteva per
qualche ben vivo abitante di quel mondo così bello, ma così morto nella sua
immobilità.
Attraversiamo parchi con passerotti, gazze e corvi abituati completamente
alla presenza umana, e ci fiondiamo nell’imponente edificio che ospita il
Nordiska Museet, sperando di imparare quello che non sappiamo sulla storia
degli svedesi. Ma l’impresa risulterà vana, non che non ci fossero cose interessanti,
ma ci siamo sorbiti anche inutili allestimenti che mostravano, per esempio,
i modi di apparecchiare la tavola da pranzo durante gli ultimi due secoli,
con profusioni di nastri, fiocchi, coccarde, centro tavola natalizi, candele
a volontà, roselline sui piatti, tanto che dovevi distogliere lo sguardo da
tanta stucchevolezza.
C’erano anche vetrine con abiti e manichini che mostravano l’evoluzione dell’abito
da non so quando fino a i punk. Insomma c’era tutto, ma della storia del popolo
svedese ne sappiamo quanto prima. Ci siamo spesso chiesti guardando le loro
belle case, strade, infrastrutture e gli stessi decorosi cittadini svedesi,
da dove provenisse questa loro ricchezza.
Prima di lasciare la città facciamo metano in periferia dove Max chiacchiera con un giovane iracheno naturalizzato svedese che guida uno Sprinter 316 NGT identico al nostro e a cui il metano "non piace" (?) ma che lo usa perché conviene economicamente..
Percorriamo un po’ di autostrada E18, poi usciamo attratti dai boschi e sul far della notte imbocchiamo la 280 e poi, a caso, la Rilandavägen, una stradina che porta alle case sparse di Rilanda e, meraviglia, vediamo due daini che brucano sul prato! Dopo tanti animali impagliati ci si apre il cuore a vederne due risplendere nel buio! La foto non è venuta, ma non ce li possiamo dimenticare, siamo persi nella campagna svedese a fianco della strada che porta a Gullunge e la notte sarà magica, con una falce sottile di luna calante. (L'indirizzo google si trova a: 762 92 Gullunge, Sweden, cercando la Rilandavägen - 59° 42.909', 18° 26.610 )
Ash
to ash - Dust to dust - Fade to black - Fortune, fame - Mirror vain - Gone
insane... Fortune, fame
Mirror vain - Gone insane... Dance little teen goddess - Fortune, fame - Mirror
vain - Gone insane
But the memory remains