TAPPA 26° giorno, 17 ottobre: Oslo (pernottamento sempre all'Holmenkollen Visitor Parking)

La mattinata la trascorriamo alla ricerca del metano, fare la spesa e a sbrigare faccende camperistiche (C/S ecc), il giorno del nostro arrivo ad Oslo non eravamo riusciti a trovare una pompa esistente, funzionante o che accettasse le nostre carte di credito. Finalmente ne troviamo una molto fuori mano dove riusciamo a fare 48,87 m3 alla cifra di 605 NOK e, rimpinzati di metano dopo più di una (costosissima) settimana a benzina, facciamo la spesa in un vicino supermercato, per rimpinzare anche il nostro stomaco.

Dopo pranzo andiamo ad incontrare i simpatici Giulia & Mike davanti all’ambasciata Estone, non perché qualcuno di noi fosse interessato ad un visto per quel paese, che magari è magnifico, ma perché si trovava grosso modo tra il centro città dove Giulia e Michele erano nel frattempo andati più comodamente a spasso, e il Parco Vigeland che volevamo visitare insieme.

Il vasto parco di Vigeland ha un viale ornato di statue in bronzo che raffigurano corpi rigorosamente nudi di uomini e donne di ogni età, in varie composizioni, che li vedono raffigurati in coppia o singolarmente, in pose molto plastiche, ma dinamiche. Lo scultore Gustav Vigeland è stato attivo (molto attivo direi) nei primi anni '40 del secolo scorso, e qui è visibile la collezione quasi completa delle sue opere. Si incontra poi una grande fontana dove, come novelli Atlanti, sei uomini tengono sollevata la vasca e salendo si arriva ad un “obelisco” in pietra formato da decine di corpi avvinghiati, avviluppati e abbarbicati, mentre intorno le quattro scalinate sono guarnite di gruppi statuari in granito che raffigurano insiemi più o meno numerosi di donne, uomini, bambini e adolescenti, in descrizioni dell’umano interagire, a volte doloroso e a volte gioioso. Ci riposiamo in un piccolo angolo vicino ad un laghetto, che non manca mai e, tra passerotti e anatre molto domestiche, ammiriamo una serie di fusioni in bronzo di bimbi in varie posture che fanno corona ad un feto a testa in giù, nell’istante prima che, come la sua forma ad uovo suggerisce, stia per schiudersi e venire alla luce.


Ci riscaldiamo con un caffè sul camper e poi andiamo a comprare qualcosa per preparare la nostra ultima cenetta insieme che cuciniamo nella cucina comune dell’ostello, con ospiti da tutto il mondo compreso un ragazzo giapponese che sembrava uscito da un Manga, a detta di Giulia che lo vedeva ormai da tre giorni, non usciva mai, mangiava sempre solo e silenzioso con merendine e Sprite, incollato al suo iPad, distaccato e indifferente a ciò che succedeva intorno a lui.

La sera ci salutiamo perché noi proseguiamo verso sud sospinti dai venti di Borea e da Bob Marley con la sua “Comin in from the cold” , che ci invitano in nuovi scenari celati oltre la curva della strada.

Good by Oslo!

 

 

 

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Memory remains:

Ash to ash - Dust to dust - Fade to black - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane... Fortune, fame
Mirror vain - Gone insane... Dance little teen goddess - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane
But the memory remains