TAPPA 25° giorno, 16 ottobre: OSLO (con pernottamento sempre all'Holmenkollen Visitor Centre Parking)

Alle 10 con tutti i nostri amici sul NirVan andiamo di nuovo a Bygdøy per visitare il Museo delle navi vichinghe che espone tre imbarcazioni originali costruite nell’820, 890 e 900 della nostra era. Tutte e tre furono trovate all’interno di grandi tumuli funerari: la nave Oseberg, la più antica, ma splendidamente conservata, è lunga 31 metri e larga 5. Il suo equipaggio era formato da 32 uomini compreso il timoniere e la vedetta, fu utilizzata come nave funeraria nell’anno 834 per una donna di altissimo rango e la sua schiava. Delle due donne sono esposti gli scheletri, da quali si può dedurre che la nobildonna era piuttosto anziana, piccoletta, grassa e claudicante, mentre l’ancella, più giovane e snella, era comunque una donna di alto rango, testimoniato dal fatto che era stata curata con competenza da una profonda ferita all’orecchio quando era piccola, ma era morta per malattia e/o contemporaneamente era stata sacrificata per seguire la sua padrona nell’ultimo viaggio verso il Walhalla. Il corredo funebre da usare nell’aldilà comprendeva tre slitte cerimoniali, un grande carro, cinque teste di animali scolpite nel legno, cinque letti e gli scheletri di dodici cavalli, tutte esposte nel loro strabiliante stato di conservazione.
La seconda nave era la Gokstad, che aveva solcato i mari per 10 anni prima di essere utilizzata come vascello funebre per un campo tribù che fu seppellito all’incirca nel 900. La nave è lunga 23 metri e larga 5, portava appesi trentadue scudi dipinti alternativamente in giallo e nero. La tomba era già stata saccheggiata, perché non fu ritrovata alcuna arma all’interno del tumulo, però furono rinvenuti una tavola da gioco con le pedine, finimenti in ferro e bronzo dorato, utensili da cucina, sei letti, una tenda, una slitta e sei piccole imbarcazioni, oltre agli scheletri di dodici cavalli, sei cani ed un pavone. La nave trasportava nell’ultimo viaggio un uomo di circa quarant’anni che aveva subito profonde ferite da spada, una delle quali gli aveva mozzato un piede, tipica indicazione del metodo di combattimento vichingo che consisteva nel mollar fendenti alle gambe azzoppando i nemici e mettendoli fuori combattimento. Il corpo presentava anche molte altre ferite, era indubbiamente un capo che si era difeso selvaggiamente, ma che dovette soccombere, non così il suo gruppo, che sopravvisse allo scontro e fu in grado di tributargli una superba sepoltura nella stessa nave che egli probabilmente comandava.
La terza nave è la Tune, la prima imbarcazione vichinga a vedere la luce ed esposta nello stesso posto in cui venne ritrovata. La nave è realizzata in legno di quercia con fasciame sovrapposto ed è la meno conservata delle tre. Probabilmente era un’imbarcazione veloce, utilizzata in mare aperto, in cui sono state ritrovate le spoglie di un uomo, i resti di armi e di una cotta di maglia, un dado da gioco, parti di uno sci e lo scheletro di un cavallo.
La visita, come potete dedurre, è stata davvero interessante, il museo è grande, con splendidi pavimenti in pietra molto arcaici e con la luce naturale che entra ad illuminare armoniosamente i legni scuri e meravigliosamente arcuati. Le tre navi, con le loro snelle linee inarcate e affusolate, con le prore e le prue incurvate e terminate in sottili riccioli, con l’albero maestro che svetta alto e diritto, sono giunte alla nostra ammirazione come aggraziate, splendide e perfette dimore per l’eternità.

Usciti dal museo facciamo un giro per la penisola, pranziamo frugalmente davanti al grande cancello di una tenuta reale e poi decidiamo di dare un’occhiata all’antica kirke di Gol Starvkirke risalente al 1200 che oggi è inglobata nel museo all’aria aperta del folklore norvegese. Senza entrare nel museo troviamo il modo di darle una sbirciatina dal bosco.

Ormai lanciatissimi con i musei, complice una giornata grigia che minaccia pioggia da un momento all’altro, andiamo al Museo storico, ospitato in un edificio in perfetto stile Art Nouveau, dove ci sono reperti interessantissimi, dall’era glaciale a quella cristiana, la stanza del tesoro di Hoen di epoca vichinga scoperto a Buskerud, un sacco di bellissimi reperti vichinghi, e poi le estese raccolte sulle culture artiche e subartiche dalla Groenlandia, alla Siberia, al Canada settentrionale, passando per Alaska e Sàpmi (Lapponia). Se, come dice la mostra, molte cose uniscono le culture del circolo polare artico in Europa, Asia e America è a causa dello stesso tipo d ambiente e io ricordo che quando attraversavamo le fitte foreste piene di laghi del nord scandinavo, ci siamo ritrovati a pensare che ci apparivano come i paesaggi dei documentari sul Canada. È rassicurante pensare che abbiamo, relativamente vicino, dei panorami straordinari e riflettere sulla fortuna di poter ancora viaggiare per giorni nelle vaste foreste, tra dolci laghi e impetuosi fiumi, il tutto sul al nord della nostra vecchia Europa, come ultime oasi rimaste quasi intatte. Auguro alle foreste e a tutti i loro abitanti umani e animali una lunga vita tra clorofilla e resine profumate, tra picchi e ghiandaie, tra alci e castori e con entusiasti camperisti che sentitamente ringraziano.

Al pomeriggio visitiamo il bel parco pubblico del palazzo reale e prima del tramonto la forte ed il castello sul mare di Akershus. Dopo il tramonto non rimane che programmare una cena insieme all’ ostello di Giulia & Mike.

Dopo un'allegra cenetta comunitaria cerchiamo un Pub dove possibilmente ci sia musica dal vivo e ne troviamo uno nelle vicinanze da quale si diffonde in strada una ballata Irlandese cantata un po’ stonata. È proprio quello che ci vuole, Max declina subito i nostri inviti a suonarci qualcosa di suo e così ci sorbiamo due birre e gighe a volontà.

 

 

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Memory remains:

Ash to ash - Dust to dust - Fade to black - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane... Fortune, fame
Mirror vain - Gone insane... Dance little teen goddess - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane
But the memory remains