TAPPA 20° giorno, 11 ottobre: dal lago di Koltjønna sulla E6 a Grinnivegen, 7232 Lundamo (Valdøyan Camping) (N)

La mattina dopo facciamo una foto che ritrae uno dei nostri vicini rumorosi ed uno scorcio del lago sulle cui rive abbiamo dormito,

ma più tardi un altro lunghissimo lago ci terrà compagnia per molti km.: il Snåsavatnet , ricordo che Cesare scrisse al suo proposito che è uno dei laghi più lunghi della Norvegia. Abbiamo visto due bellissimi camping, uno all’inizio ed uno alla fine del lago in un posto che si chiama Kvam.

Trondheim è davvero irraggiungibile, all’ora di pranzo decidiamo di uscire dalla E6 e, tanto per fare qualche km in più, costeggiare la penisola di Frosta, che si rivela rurale con campi di porri che non avevamo mai visto e coltivazioni di ogni tipo che arrivano sino al bordo del mare. Ormai sulla via del ritorno troviamo un cantiere sulla strada stretta per una frana, ci incagliamo nel fango, ma due cordiali energumeni norvegesi ci tirano fuori trainandoci con una fune legata al nostro gancio posteriore e alla ruspa della loro pala meccanica, un gioco da ragazzi per loro, pare infatti che si siano divertiti un sacco a mostrare quanto siano bravi ed efficienti, noi invece ci divertiamo un po’ meno, ma poi siamo felici che siano stati così bravi ed efficienti, grazie gagliardi e simpatici lavoratori delle difficili strade norvergesi!


Poi rimaniamo incollati sulla E6 fino a Trondheim, ma siamo stanchi stasera, andiamo avanti un po’ per inerzia, decidiamo di trovarci un campeggio per la notte, di evitare camion e strade infide, ma l’impresa si rivela più ardua del previsto.

Il Tonto gps ci fornisce tutta la lista dei camping dei dintorni con le date di apertura, iniziamo a visitarne alcuni, uno è desolato, in uno una coppia di attempati signori non accetta carta di credito e, indicandoci il modo per arrivare in banca per il contante, ci dice che dopo il ponte c’è un altro campeggio. Rimango un po’ confusa di sentire che un campeggio te ne indica un altro e chiedo alla signora se fossero contenti di ospitarci, le rivolgo un sorrisetto malizioso e lei si dice lieta di darci una piazzuola lontano dalla E6.

Così andandocene notiamo che il piccolo campeggio è carino, ma troppo vicino alla strada, alla fine non troviamo la banca, ma troviamo il ponte e l’altro camping, molto più tranquillo. Ma anche con il proprietario, che arriva con un SUV, le cose non sono proprio chiare. Max chiede se il camping è aperto, l’altro si gratta la testa perplesso come se la domanda fosse difficile o peggio inaspettata.

Abbiamo notato che gli scandinavi sono elusivi e vaghi, svicolano dalle domande e non fanno rilassate conversazioni come noi popoli del sud. Sembrano timidi, ma non credo lo siano veramente, spesso sembrano sconcertati se uno sconosciuto li saluta con un sorriso, ma rispondono sempre educatamente, si sono proprio educati, ma un po’ distanti, come le loro terre così appartate.

Tra Max e il proprietario le cose stanno andando meglio da quando ha saputo che veniamo da Narvik, è ancora più stupefatto nel sapere che due italiani e per di più fuori stagione stanno facendo questo lungo giro e dice che la mitezza di quei giorni non era proprio tipica di quel periodo. Max disinvolto parla di pneumatici da neve, strade e traffico, temo che stia per raccontare tutte le avventure del viaggio ad un riluttante ascoltatore, alla fine però lui si affida al programma internet di Max per sapere il cambio Euro/NOK accettando il pagamento in Euro e ci fornisce di corone per le docce.

Ci sistemiamo in un bel prato accanto ad una casetta che scopriremo essere la sauna, ci attacchiamo alla corrente, non noi, il Nirvan! E ci ritiriamo esausti per la notte, in questo silenzioso posticino: Grinnivegen, 7232 Lundamo, Norway, al Camping Valdøyan (coordinate google: 63° 9.121', 10° 15.969' )

 

 

 

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Memory remains:

Ash to ash - Dust to dust - Fade to black - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane... Fortune, fame
Mirror vain - Gone insane... Dance little teen goddess - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane
But the memory remains