OLIMPIA – KATO ALISSOS

Mercoledì 7


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Sole tiepido e cielo adornato di nuvolette candide. Si va agli scavi finalmente, che sono quasi deserti, per fortuna!


L’antica Olimpia ci fa un effetto tra il deprimente e l’esaltante, la valle è bellissima, gli alberi tra le rovine alti e verdi, ma sulle colline tutto è bruciato, i templi erano possenti,
ma poco ne rimane, le strutture pubbliche come la palestra-gymnasio e la sala delle assemblee grandi ed eleganti,
ma soltanto alcuni colonnati sono ancora in piedi, mentre le enormi colonne del Tempio di Zeus
sono letteralmente sgranate ai piedi del basamento come immensi ingranaggi bloccati.


I ripetuti terremoti nella regione e una devastante azione alluvionale dei due fiumi che la cingono,
causarono, insieme all’abbandono del sito nel V sec. dopo Cristo, un progressivo deterioramento di questo luogo
che celebrava l’armonia tra i popoli, la pace e la bellezza.

Entriamo nel mitico Stadio, dove si sono svolti per più di 400 anni i Giochi Olimpici, istituiti da Ercole, in onore di Zeus, al suo ritorno dalle regioni iperboree.

Ci sono ancora i blocchi di partenza in marmo per le gare di corsa e, approfittando della solitudine che ci è concessa,
ci cimentiamo in una entusiastica corsa per tutta la sua lunghezza, prendo sulla spianata una piccola pietra lucente, è il nostro premio di gara!



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Andiamo a visitare il vicino Museo Archeologico e ci rallegriamo nel vedere tantissimi oggetti, anche di uso quotidiano,
insieme ai reperti provenienti dal laboratorio dello scultore Fidia, dove è stata trovata anche la sua coppa, che sul retro reca incisa la scritta “Io appartengo a Fidia”.
Ci sono, colossali, le due metope che sormontavano i due lati corti del Tempio di Zeus, una raffigura la mitica corsa di cavalli tra Pelope e il crudele re Enomao.
Gara vinta da Pelope, che riaffermerà i valori della giustizia e dell’umanità, lasciando all’intera regione il ricordo del proprio nome, Peloponneso, cioè l’isola di Pelope.

Estasiati sostiamo davanti alla statua in marmo di Hermes che reca in braccio il piccolo Dionysios, il braccio destro sollevato di Hermes
è mutilo al gomito e recava un grappolo d’uva col quale attirava l’attenzione del piccolo Dionysos, mentre lo trasportava sull’Olimpo.
L’opera è attribuita a Prassitele ed è il vero simbolo di Olimpia, da quando la colossale statua crisoelefantina (d’oro e d’avorio) di Zeus,
opera di Fidia, è stata ridotta dai saccheggi e dal tempo, a pochi miseri resti.


Pranziamo al bar del museo, ma poi è ora di chiusura e usciamo a salutare Olimpia e a lasciare qualche dolce briciola agli uccellini del giardino.

Frankie, il nostro camperino (Max: che prende il nuovo nome da Frankiestain per via di esser redivivo dopo la sostituzione del motore con un'altro)
fa sempre rumore con l’ammortizzatore rotto, così decidiamo di iniziare a tornare verso nord per il porto di Igoumenitsa e verso casa..

Prendiamo la E 55 per Patra e alle sue porte cerchiamo il camping Kato Alissos dove Giles aveva visto e dipinto l’ulivo millenario !

Il camping è chiuso, ma siamo a pochi metri dal mare, c’è un prato proprio lì, decidiamo di fermarci comunque e, mentre Max fa manovra,
vedo con la coda dell’occhio un albero enorme, è proprio l’ulivo di Giles, siamo sotto le sue fronde cariche di olive mature,
il vento che proviene dal mare ha piegato i rami verso l’interno del parco e appare maestoso e possente nella luce del tramonto.


Nella notte vediamo il bagliore della città e del porto di Patra, quasi di fronte a noi e scorgiamo anche le luci del nuovissimo ponte che attraversa lo stretto.

Camping Kato Alissos compilando il diario di bordo e preparandoci al viaggio di ritorno..

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Max:... E' in questa serata che mi rendo conto che il nostro lungo giro della Grecia è volto al termine, il vecchio VWT4, dopo 25 giorni è stanco ed ha bisogno di un bel check up, i luoghi "mitici" più importanti da visitare sono finiti... Preso dalla febbre del viaggiatore dibattiamo con Gio se continuare per sempre la vita da girovaghi abbandonamdo la mondanità..come facemmo per anni in gioventù... è una febbre che dura solo pochi istanti .... però è stato bello sentire ancora una volta il fortissimo battito del nostro cuore gipsy ;-).

 

 

 

 

Memory remains:

Ash to ash - Dust to dust - Fade to black - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane... Fortune, fame
Mirror vain - Gone insane... Dance little teen goddess - Fortune, fame - Mirror vain - Gone insane
But the memory remains